
Non è vero, erano le 8.30 del mattino (dicono i certificati). Vi ho fregat*, ma ho sempre desiderato scrivere almeno una volta nella vita quella frase!
Non so che tempo facesse, se era davvero buio e tempestoso: ero un filo impegnato a nascere… Però il giorno lo so! Era il 15 ottobre del 1968, anno di rivoluzioni, contestazioni, erbe e figli dei fiori (e qualcosa, non so però se delle contestazioni o delle erbe, deve essermi rimasto nei geni), e l’equilibrato ed elegante segno della Bilancia si univa ad un po’ oscuro ed intrigante Scorpione in ascendente e ad un sacco di pignolissimi altri astri in Vergine per dare forma (e che forma!) al sottoscritto (Paolo Fox, mi leggi?).
Credo che il procedimento della nascita mi abbia lasciato un po’ traumatizzato: uscire da quel buco strano deve essere stato davvero brusco, se negli anni non ci ho mai più voluto rientrare in nessun modo (oooohhhh, diranno in molt*, cosa intenderà dire? E’ una sottile ed allusiva indicazione per dirci che è gay? Sciogliete pure ogni dubbio, car* lettori/trici, lo è, lo è). Ma deve aver traumatizzato anche la donna che mi ha fatto nascere, visto che si premurò immediatamente di dichiararmi adottabile: del resto, non volevo essere come CandyCandy, trovatella abbandonata sull’uscio della Casa di Pony?
Io fui lasciato non credo proprio sull’uscio, ma certamente nel brefotrofio di Torino, ed ebbi anch’io, come la mia bionda icona (no, non Madonna o Lady Gaga, sempre CandyCandy) la mia suor Maria: pare, infatti, da racconti successivi, che ci fosse una suorina a cui mi ero affezionato, ricambiato (CandyCandy, come TUTT* sanno, crebbe cresciuta da suor Maria, appunto, e da miss Pony, da cui il nome dell’omonima casa… perché lo sapevate TUTT*, vero???). Mi sembra OVVIO, per la legge dell’imprinting, che anni dopo io decidessi di intraprendere la strada religiosa, entrando in convento (tranquill*, non sono diventato una suora, sono diventato un frate): ma questa è un’altra storia, e dovrà essere raccontata un’altra volta (cit.); ci arriveremo in un post futuro, adesso mica posso saltare a piè pari 20 anni di vita!
Tornando a bomba, rimasi in quel luogo per i miei primi sei mesi, finché non giunsero quelli che sarebbero diventati i miei genitori. Per mia madre fui una folgorazione! Racconta che, quando tornò a casa da mia nonna dopo avermi visto la prima volta, disse (in piemontese, ma lo tradurrò in italiano corrente): “E’ proprio BRUTTO! Ha la testa schiacciata, gli occhi strabici e il naso storto, ma a me piace tanto!” La povera nonna, davanti alla descrizione di cotanta beltà, guardò mia madre con un lieve sconcerto, e rispose: “Certo che se è così brutto… O_O Ma se a te piace, deve essere tuo figlio”. E fu così che il 12 marzo 1969 feci il mio trionfale ingresso in casa Borgialli. Per la cronaca: quando mia nonna mi vide, finalmente, per poco non prendeva a sberle mia madre, dicendole: “Ma sei TU brutta, non lui!!!” Amore di nonna, sono soddisfazioni!
Che fine fece la suorina del brefotrofio? Non ne ho la più pallida idea, so solo che quando i miei genitori mi portarono via non la degnai di uno sguardo, pare offendendola profondamente: stronzetto fin da piccino!
(To be continued…)
09/01/2014 alle 21:52
Mi fai commuovere e sorridere.
10/01/2014 alle 16:43
L’importante è che non faccia addormentare 😉 grazie, sei gentile!
10/01/2014 alle 15:00
Mi piace l’ironia con cui racconti…. 🙂
10/01/2014 alle 16:44
Vorrei essere leggero, se divento troppo palloso SONO CERTO che tu me lo dirai 😉 e poi, tu che conosci (almeno alcune delle) persone coinvolte, puoi inquadrare anche meglio il racconto…
11/01/2014 alle 9:12
fratello,senza un po di malinconia non c’è felicità….bravo.Sono fiero di te…e poi CandyCandy è tanta roba!!!