Volevo vivere come CandyCandy…

Racconti di vita in un caos organizzato

Siam tre piccoli frat(ic)ellin… Parte Seconda: Carlo

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Di Carlo ho già detto molto (“Hic Sunt Leones”). Con Danilo condivideva, oltre alla “erre” moscia, il carattere gioviale ed allegro, molto più del mio; con me, la famiglia e l’ambiente di provenienza, decisamente borghese e di estrazione culturale elevata. E, ovviamente, l’imbranataggine.

Volenteroso, disponibile, gentile fino ad essere affettato nel suo modo di fare, era di contro incredibilmente negato per tutto ciò che fosse manualità, persino più di me, che dalla mia avevo, perlomeno, l’età più giovane e quindi più pronta ad imparare (ma forse non si trattava nemmeno di età, semplicemente proprio di predisposizione). Del resto, non si poteva pensare che una persona di quarant’anni passasse senza colpo ferire dal ricoprire un posto di dirigente Iveco a spalare merda (in senso letterale, direi) nell’orto del convento.

A questo proposito, ricordo perfettamente un giorno in particolare: era primavera, faceva già abbastanza caldo, e la stazza di Carlo, non esattamente quella di una silfide, non aiutava a svolgere i lavori contadini che posso assicurare essere, per chi non vi è abituato, decisamente faticosi. Pensando forse di aiutarlo, oppure sapendo che era il più robusto dei tre, “Carlo, per favore, vai a prendere la carretta piena di letame che ho lasciato di sopra e portala qui”, ordinò Sergio. “Cerrrto, capo”, il malcapitato rispose.

L’orto del convento era, rispetto all’edificio principale, alcuni metri più in basso, e vi si arrivava attraverso un sentiero un po’ sdrucciolevole. “Ma si è perso?” Chiese Sergio a me e Danilo, dopo che Carlo era scomparso da un buon quarto d’ora. “Eccomi! Sto arrrivand…OH CAZZO!”.

Mi voltai appena in tempo per vedere la scena, come al rallenty: Carlo sta spingendo una carriola piena di letame… prende un buco per terra… la carriola si impianta improvvisamente… preso dalla discesa, tentando di non farla rovesciare, Carlo si inciampa… scivola… cade di pancia… e centra pienamente, con tutta la facciona, la carriola ed il suo contenuto. Il tempo riprende a scorrere normalmente, mentre Sergio, Danilo ed io scoppiamo a ridere, piegandoci in due come degli scemi (e anche un po’ bastardi, diciamolo).

“Sto bene, sto bene… Posso solo andarrre a darrrmi una rrrinfrrrescata, Serrrgio?” chiese, con tutto il suo imperturbabile aplomb Carlo. E già sapevamo che non lo avremmo più rivisto per tutta la mattina (perché, da buon ex-dirigente, quando poteva trovare una scusa per tagliare i lavori più fastidiosi, il nostro era bravissimo).

Che Carlo fosse accettato per entrare in noviziato, e quindi proseguire il percorso per giungere ai voti ed alla consacrazione religiosa, era cosa certa; ma sarebbe riuscito ad adattarsi ad una vita conventuale, decisamente diversa da quello del suo passato? La sua età non sarebbe stata un ostacolo alla lunga insormontabile? Come per Danilo, solo il tempo avrebbe potuto rispondere a questo interrogativo.

Autore: hygbor

Lettore compulsivo di fumetti, utente compulsivo di tecnologia, curioso compulsivo di luoghi/ persone: solo x il lavoro non ho particolare interesse compulsivo! Nato il 15/10/1968, per citare il titolo di un film "Una Splendida Annata"! Sono stato adottato, ho scoperto di essere gay, ho vissuto in convento come frate cappuccino per 11 anni... Diciamo che non mi sono annoiato

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